Silent Night di Steven C. Miller

Ci avviciniamo a grandi passi al Natale, il periodo più bello e gioioso dell’anno, e non posso certo esimermi dal parlavi di un qualche bel filmetto da guardare con tutta la famiglia riunita intorno all’albero la notte della vigilia, mentre si aspetta di sentire in lontananza il tintinnio delle campanelle della slitta di Babbo Natale che viene a riempirci di doni. Ma…siamo sicuri di essere stati buoni? Perché in caso contrario, come ben si sa, i doni non ci toccheranno, e non è detto che quest’anno Santa Claus decida di portarci solo un po’ di carbone, potrebbe decidere di rendere carbone noi stessi, chi lo sa… Chiusa la premessa natalizia, il filmetto che voglio consigliarvi oggi si intitola semplicemente Silent Night, vede la luce nel 2012 per mano del regista americano Steven C. Miller, e vanta nel cast un nome di risonanza internazionale, quello del mastodontico Malcolm McDowell, interprete dell’iconico Alex DeLarge, il drugo di Arancia Meccanica di Stanley Kubrick (1971). La pellicola meriterebbe una visione anche soltanto per la sua presenza. Ma se avete voglia di uno slasherino senza pretese, dove il sangue scorre a fiumi e le morti sono una più scenografica dell’altra, allora questo Silent Night potrebbe appagare i vostri palati, perciò vi consiglio di approcciarvi alla visione per quello che è: un film leggero, divertente e senza alcuna grossa pretesa, senza andare a scomodare classiconi del filone Christmas Horror come ad esempio il mitologico Natale di Sangue (Silent Night, Deadly Night) di Charles E. Sellier Jr., classe 1984, che con questo non ha proprio nulla in comune se non parte del titolo ed ovviamente la fonte d’ispirazione. Quindi non solo il nostro film non è un remake di tale pellicola, ma nemmeno, a mio modesto parere, un reboot, perché, pur avendo un’idea di fondo simile, le due pellicole prendono binari diversi l’una dall’altra. Se nel film del 1984 infatti il focus era tutto sul killer ed i suoi traumi infantili, qui invece ci si concentra sui poliziotti e le loro ricerche, svelando identità e motivazioni dell’assassino solo nel veloce e sbrigativo finale.

Le vicende si svolgono nel tradizionale paesino americano da film horror, questa volta collocato nel Midwest degli Stati Uniti. Mentre fervono i preparativi per i festeggiamenti natalizi e la consueta parata dei Babbi Natale, un assassino che indossa proprio il classico costume rosso del barbuto portatore di doni inizia a seminare morte e panico per le vie della cittadina. Chi si nasconderà dietro la maschera così cara ai bambini di tutto il mondo, e come mai un tale folle ha deciso di insozzare le strade di sangue proprio nel periodo più bello dell’anno, dove tutti dovrebbero essere più buoni e l’armonia dovrebbe regnare nelle case e nei cuori di ognuno? A cercare la risposta a questi interrogativi, nella speranza di interrompere quanto prima la brutale scia sanguinosa che deturpa la ridente cittadina, il vicesceriffo Aubrey Bradimore, donna determinata e quanto mai risoluta ad arrivare alla soluzione dell’enigma. Non tutto, però, andrà come ella si immagina.

Nonostante il messaggio sociale che condanna il degrado in cui certe realtà suburbane ristagnano, e non solo negli Stati Uniti, non è certo questo il punto di forza di Silent Night che, come già accennato, trova tutto il suo charme nell’estetica dei delitti, molto ben realizzati ed oltremodo scenografici, che ricordano un certo tipo di slasher Anni Ottanta alla maniera di Venerdì 13, per intendersi. Il Babbo Natale assassino non si limita a far fuori le sue vittime, ma lo fa compiacendosi delle loro morti, godendo della sofferenza che infligge loro, e, come un carro armato pronto alla guerra, travolge sul suo passaggio donne, uomini ed anche bambini, persone della strada e personaggi di potere, secondo una logica a noi inizialmente sfuggente ma sicuramente molto chiara nella sua mente di killer non certo folle ma spaventosamente razionale. Ed allora vedremo persone bruciate vive, altre prese a roncolate, altre ancora tritate in un tritarifiuti, e non ci saranno risparmiate nemmeno tante bellezze femminili in deshabillé, com’era tipico degli horror Anni Ottanta che Miller vuole chiaramente omaggiare. Nella maschera che il killer indossa sotto il cappello e la barba di Babbo Natale ho rivisto quella indossata dall’assassino in un classico di fine Anni Settanta di Alfred Sole, Alice, Sweet Alice, conosciuto in Italia come Comunione con Delitti. Gli omaggi ad un tipo di cinema che ormai non c’è più sono molteplici, e renderanno questa pellicola senz’altro piacevole per i nostalgici come me che con quei film ci sono cresciuti.

Il grande attore britannico Malcolm McDowell interpreta un ruolo abbastanza secondario, quello dello sceriffo Cooper, che però si fa certamente notare, non fosse altro che per il suo innato carisma. Al suo fianco, nei panni del vicesceriffo Bredimore, la bella attrice e modella americana Jaime King, già vista in opere quali Blow di Ted Demme (2001), Pearl Harbor di Michael Bay (2001) e Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez (2005), e, rimanendo nell’ambito dell’horror/slasher, in San Valentino di Sangue 3D di Patrick Lussier (2009), che come messa in scena e contenuti è molto simile a questo Silent Night. Qui le doti recitative della King non sono certo mostrate in tutto il loro splendore, ma si può affermare che ella stessa sia, insieme all’assassino, la protagonista principale del film e che non dia modo di essere criticata in alcuna maniera, svolgendo perfettamente il suo compito. Infine altro attore da citare per non scontentare nessuno è il canadese Donal Logue che ricordiamo in pellicole quali Il Patriota di Roland Emmerich (2000) o Zodiac di David Fincher (2007). Qui interpreta uno dei Babbi Natale sospettati di poter essere il killer.

Gli altri personaggi, poi, seguono abbastanza i clichè; tutti si conoscono, tutti hanno una doppia faccia e vizi inconfessabili: il sindaco che cerca in tutti i modi di favorire la sua campagna elettorale, la figlia del sindaco bionda oca svampita in cerca di sesso facile, il poliziotto belloccio che si porta a letto le mogli di mezzo paese, lo spacciatore, il Babbo Natale di periferia che lo fa per racimolare qualche soldo ma senza la minima vocazione, il prete ladro e pervertito, la pornostar che ci regala una spassosissima sequenza di inseguimento nudo con un finale davvero da applausi, la bambina viziata che mette sotto i piedi la madre, e così via. Il Babbo Natale killer è davvero ben realizzato e riesce ad essere spaventoso ed inquietante al punto giusto, e sebbene le motivazioni del suo operato scadano spesso nel banale perbenismo, tuttavia va da sé che il più delle volte è più facile fare il tifo per lui che per le vittime, che forse, a ben guardare, tutte così innocenti non sono…  Silent Night non è un film da vedere con la speranza di sorprendersi per chissà quale originalità, ma per passare una serata tra amici e pop corn divertendosi e facendo 4 risate: se lo si prende così non lascerà certamente delusi. Lo splatter abbonda, gli effetti gore vecchio stile, nonostante il budget risicato, sono resi con cruda finezza, la cattiveria non viene mai lesinata, e la struttura thriller è solida e convincente, nell’assurdità della storia narrata ovviamente. Silent Night è semplicemente, e squisitamente, uno slasher puro senza pretese col quale allietare le vostre vacanze natalizie.   

 

 

https://www.imdb.com/title/tt2347497/

 

 

Ilaria Monfardini