Stasera in tv Heat – La sfida di Michael Mann, Robert De Niro e Al Pacino

Stasera in tv su Rete4 alle 21,20 Heat – La sfida, un film del 1995 diretto da Michael Mann con Al Pacino, Robert De Niro e Val Kilmer. Heat è il secondo film in cui Robert De Niro e Al Pacino hanno recitato insieme. Il primo era stato Il padrino – Parte II, nel quale però non avevano mai avuto occasione di recitare insieme nella stessa scena. In virtù di questo, Mann giocò sul fatto di far crescere oltremodo l’attesa del fatidico incontro/scontro tra i due leggendari attori, impegnati nel più classico dei confronti polizieschi (ladro contro sbirro). La lista dei grandi nomi non si limita ai due mostri sacri del cinema statunitense, ma passa in rassegna attori del calibro di Jon Voight, Val Kilmer, Ashley Judd e una giovanissima Natalie Portman, nel ruolo della problematica figliastra del poliziotto. Il film è stato un enorme successo al botteghino. Ha infatti incassato circa 67 milioni di dollari negli Stati Uniti e 120 milioni di dollari a livello internazionale per un totale di circa 187 milioni di dollari. Il film è anche al 25º posto fra i film di maggior incasso del 1995. Con Al Pacino, Robert De Niro, Val Kilmer, Jon Voight, Tom Sizemore, Diane Venora, Amy Brenneman, Ashley Judd, Natalie Portman.

Trama
Un professionista del crimine, Neil McCauley (De Niro), riesce a cavarsela da ogni situazione in meno di trenta secondi. La sua banda, fatta di tre rapinatori deboli e violenti. Un poliziotto-segugio, Vincent Hanna (Pacino), fallito nei sentimenti e implacabile nella professione. Quando McCauley e compagni assaltano e rapinano un furgone blindato uccidendo tre agenti, il poliziotto si lancia sulle loro tracce e riesce a identificarli. Ormai sa tutto di loro; si tratta solo di incastrarli. Comincia un lungo e teso gioco tra gatto e topo, nella preparazione del drammatico scontro finale.

“La qualità di questo poliziesco strutturato come un western non sta tanto nella storia struggente o nell’interpretazione eccellente, sta nei suoi valori puramente cinematografici. La sequenza iniziale di rapina è fantastica per ritmo e montaggio. Molto interessante l’uso del suono, tutto avviene in un silenzio rotto appena da rumori funzionali, senza musiche invadenti, senza parole né dilatazioni sonore: questa inconsueta afonìa dà alle operazioni criminali e poliziesche il senso d’una efficienza veloce, sicura, e insieme la solennità del rito più spesso celebrato nelle metropoli contemporanee. Sono ammirevoli il sentimento e la luce con cui la fotografia di Dante Spinotti racconta Los Angeles, una delle città più brutte del mondo: il panorama urbano che, visto come dall’alto di un aereo, diventa nel buio uno scintillante arazzo di minime luminosità palpitanti; il riflesso opaco dei metal detector all’ingresso della discoteca; il neon acido delle strade di notte, azzurro sulfureo, rosso sangue; il vuoto notturno dei grattacieli di uffici; i riflettori lividi che nella scena finale sulla pista dell’aeroporto rivelano stoppie, contenitori, le due facce dannate; e le fiamme purpuree delle esplosioni o delle sparatorie, come ultimi fuochi della civiltà”.
(Lietta Tornabuoni, La Stampa, 28/1/96)

“Prendendo spunto dal proprio film tv Sei solo, agente Vincent (1987), Michael Mann firma un noir epico e crepuscolare, storia di una caccia che coinvolge due uomini apparentemente antitetici tra loro ma legati da una curiosa simbiosi: la dedizione totale verso il proprio lavoro. Una vera e propria ossessione che porta a mettere in secondo piano tutto il resto, a partire dai legami affettivi. Vincent e Neill sono due uomini soli e solitari, professionisti intransigenti, perfezionisti e stoici, pressoché infallibili nell’adempiere il proprio dovere ma fondamentalmente inadatti alla vita, incapaci di relazionarsi col prossimo, dilaniati da un’angoscia interiore che li tiene sempre vigili e al contempo li aliena. Grande affresco sull’incomunicabilità emozionale, struggente, ammantato da un romanticismo utopico, sorretto da una narrazione superba che accumula personaggi e sottotrame ma riesce a gestire il tutto con mirabile coerenza, mantenendo tensione e ritmo sempre altissimi nonostante l’imponente durata. Lo stile fiammeggiante e fisico di Mann è qui al suo meglio, grazie a una regia essenziale, come sempre attentissima ai dettagli realistici e alla gestione dello spazio, nervosa e trascinante, capace di regalare diversi momenti indimenticabili come la sparatoria per la strada, il primo incontro tra Hanna e McCauley (un semplice campo-controcampo da brividi) o lo straordinario finale. Per la prima volta Al Pacino e Robert De Niro recitano nella stessa scena: i due attori avevano già lavorato insieme ne Il Padrino – Parte II (1974) senza però mai condividere lo schermo”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini