Tizio Bononcini: la bellezza dell’uomo moderno

Ma davvero esiste una nuova bellezza per l’uomo moderno? E siamo sicuri di aver compreso quanto e come sono stati superati i tanti cliché del maschilismo medievale? Beh a guardar bene, secondo Tizio Bononcini (e secondo tanti di noi), certe antiche abitudini di mentalità sono dure a morire. E la bellezza dell’eclettico cantautore fa si che di tutto il cliché dell’uomo macho resti una splendida canzone allegorica, dissacrante, anzi volutamente e fintamente a favore di cliché, sfacciatamente esagerata di luoghi comuni e intelligente… che a forza di estetica anche l’intelligenza vien meno. E che bello il video ufficiale di “Uomo Macho”, il nuovissimo singolo di Tizio Bononcini.

Iniziamo sempre parlando di bellezza. È inevitabile. Per Tiziano Bononcini cos’è e dove si ricerca la bellezza?
Che domandona! Dappertutto, basta saperla cercare, osservare e lasciarsi stupire. E’ bello il corpo femminile, così come quello maschile, è bella la natura ed è bello quello che è stato creato dall’uomo. Ma anche il brutto può essere bello, se guardato dal giusto punto di vista. Ricordo un libro di Umberto Eco… Storia della Bruttezza. In realtà non l’ho mai letto, ma me ne parlò mia mamma. Anzi, mi segno di leggerlo.
Serve quindi allenamento alla bellezza: il senso del bello va allenato, fin da piccoli… io cerco di farlo, con mia figlia. Serve anche studio e apertura allo stupore e all’emozione.

E qui svetta un concetto scomodo di bellezza. Anzi di verità: i cliché sociali contro il perbenismo e il politicamente corretto. Parole come campi minati. Secondo te una canzone serve a sgretolarli? Oppure è la solita storia che siamo tutti bravi a parlarne e a sposare a chiacchiere politiche emancipate quando invece nel quotidiano, finito di ascoltare una canzone, si torna ai soliti modi antichi?
Una canzone può al massimo far pensare. Mettere un semino. Sgretolare i luoghi comuni possono farlo solo le persone. Una canzone come questa spero possa avere il potere di far pensare mentre si sorride. Amo scrivere di questioni “grosse” in modo trasversale e soprattutto ironico. Penso l’ironia sia un potente mezzo di divulgazione, capace di arrivare dove altri mezzi non arrivano.

E la bellezza del corpo, femminile in primis, quanto è ancora soggetta a violenze e usurpazioni? Anche questo è il futuro…
La bellezza non è solo nel corpo femminile. E non è solo la bellezza ad essere soggetta a violenze e usurpazioni. Il problema del nostro presente – che deriva dal passato e sarebbe da scardinare per il futuro – è la concezione di “proprietà” del corpo di un altro. Di solito ad opera di uomini (dotati di machismo tossico) nei confronti di donne, che ritengono di loro proprietà arrivando anche alle situazioni estreme che ogni giorno sono raccontate nei telegiornali.
La figura dell’uomo che deve essere protettivo, che deve occuparsi della “sua” donna, rappresenta poi un modello con cui i bambini crescono. Per cambiare rotta penso si debba appunto lavorare soprattutto sull’educazione dei bambini: se crescono tra adulti che si rispettano tra loro, che sono alla pari pur nelle loro differenze, allora probabilmente non sentiranno la necessità, da grandi, di possedere o essere posseduti, bensì di godere della bellezza altrui, di amare ed essere amati reciprocamente nel rispetto dell’identità dell’altro.

E l’uomo in tutto questo?
L’uomo sta cercando di capire chi è, cosa può essere. Se può un attimo rilassarsi, senza che la società lo faccia sentire inopportuno. Si può essere virili anche senza ostentare virilità. Si può essere veri uomini anche senza ostentare i cliché del machismo, anche mostrando dubbi, incertezze, senso della cura. Ma l’uomo è indietrissimo, rispetto alla donna, in questa ricerca di apertura. E più l’uomo riuscirà a liberarsi dai cliché e più la donna si sentirà alla pari e rispettata. Questo è quello che credo io, e che spero.

Il pop dissacrante di questo brano in qualche modo si fa narrante anche nei suoni? E come secondo te?
In realtà non è così pop, visto che ha una struttura non troppo standard, con recitativi accompagnati in modo anche dissonante. Ma se suona pop, ne sono solo felice. Pop significa popolare e se un pezzo suona popolare vuol dire che parla a più persone. Mi premeva che un argomento del genere, comunque complesso, fosse veicolato con semplicità. Se ci sono riuscito è un’ottima cosa! Ho dissacrato anche il “siamo donne”, di josquillinana e sabrinasalerniana memoria, forse. L’idea è nata in garage, mentre lavoravo sul pezzo con Vincenzo De Franco. Non ricordo se l’idea è venuta a lui o a me. Fatto sta che era troppo divertente per non metterglielo.