Un anno difficile: una commedia ecologica

Un anno difficile, scritto e diretto da Éric Toledano e Olivier Nakache, è una commedia francese spigliata e moderna, che prende lo spunto dall’attualità per raccontare una storia che riflette la realtà del XXI secolo.

Non a caso, il film inizia con un curioso montaggio a ritroso dei presidenti della Repubblica francesi, che in anni diversi hanno proclamato “un anno difficile” quello in corso durante il loro mandato, litania che serve di alibi a ogni governo e che diventa una irresistibile gag politica, come un mantra che si ripete nel tempo.

Toledano e Nakache partono da qui per mostrare due volti, contrapposti ma collegati, della crescita consumistica incontrollata: il sovraindebitamento e l’eco-attivismo. È un Black Friday davanti ad un grande magazzino di elettronica: una folla di compratori in attesa che si alzino le serrande si fronteggia con un manipolo di attivisti ambientali. Il primo incontro tra Albert e Cactus, “Lasciami passare” “No ti respingo”, si muove come un valzer elegante. Valzer che è anche il leit motiv del film. Albert, consumatore senza freni, ha perso tutto: non ha più una casa ed è pieno di debiti; ha ancora il suo lavoro in aeroporto, dove vive, e si arrangia come può, rivendendo oggetti requisiti o comprati a prezzo stracciato. Bruno è in una situazione simile: senza soldi, in procinto di perdere la casa, lasciato dalla moglie, pensa al suicidio. Si incontrano, si trovano, diventano amici. Si imbucano ad un aperitivo e si trovano coinvolti nelle attività di un gruppo di eco-attivisti. Tra inganni, maldestri sotterfugi e sgangherate azioni di protesta, per i due neo amici sarà forse l’occasione di redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite.

Un anno difficile è una commedia dal retrogusto amaro; rispecchia un mondo alla deriva tra iperconsumismo ed ecologia, due blocchi contrapposti che l’immagine ricorrente dei ponti vuol collegare come due sponde di un fiume: il crescente sovraindebitamento, indotto dalla febbre del consumo, del ceto medio basso e l’eco-ansia dei giovani, che vedono il pianeta Terra morire per il cambiamento climatico. Due mondi a confronto, che lottano il primo per arrivare a fine mese e l’altro per evitare la fine del mondo, si inconrano, si scontrano, in un passo a due col piede sbagliato. Ed ecco il valzer iniziale che si ripete, elegante e impazzito, una danza che mostra una generazione cresciuta negli anni dell’abbondanza economica spendere oltre le proprie possibilità, riempirsi le case al di là degli spazi disponibili, per rispondere a bisogni che non sono realmente tali, fino alla personale rovina economica. Mentre le nuove generazioni indottrinate da Greta Thunberg in poi vedono il mondo morire e il proprio stesso futuro a rischio. Ma nello script e nel girato dei due autori e registi tutto, alla fine, si riduce in farsa: la coppia comica formata da Jonathan Cohen e Pio Marmaï è esilarante, come irresistibile è il ruolo interpretato da Mathieu Amalric. Ad essi si aggiunge una sorprendente Noémie Merlant nella parte dell’affascinante, intrepida e candida eco-attivista Cactus, al secolo Valentine.

Da rilevare che i soprannomi dati nel film sono realmente parte dei codici del mondo ambientalista radicale, in quanto il nome può rivelare l’origine sociale od etnica degli attivisti. Ecco allora Albert diventare Pulcino, Bruno è Lexo (dal tranquillante Lexotan); poi ci sono Quinoa (Grégoire Leprince-Ringuet), Antilope (Luàna Bajrami), e l’intraprendente Sirène (Sandrine Briard). Come verosimili sono gli interventi degli eco-attivisti mostrati nel corso del film, dai blocchi del traffico all’incatenarsi, dalla vernice ai raid ecologisti per liberare gli animali, seppur siano dipinti in chiave ironica, soprattutto in contrapposizione alle malefatte delle simpatiche canaglie Pulcino e Lexo. Con Un anno difficile Toledano e Nakache riprendono dichiaratamente a modello la Commedia all’italiana, in particolare le pellicole di Monicelli, Risi e Scola. E portano sullo schermo due antieroi, personaggi cialtroni ma irresistibili, e uno script che unisce l’ironia ad un occhio attento sul sociale, dai compratori compulsivi del Black Friday alle azioni estreme degli eco-atttivisti, con un fondo di sentimento: l’amicizia tra Albert e Bruno, perno attorno a cui ruotano un girotondo di personaggi in un intreccio compatto e definito.

 

 

Michela Aloisi