Antlers – Spirito insaziabile: l’horror prodotto da Guillermo del Toro

Dopo Crazy heart, Il fuoco della vendetta – Out of the furnace, Black mass – L’ultimo gangster e Hostiles: Ostili, per la sua quinta prova registica dietro la macchina da presa l’attore originario della Virginia Scott Cooper decide di cimentarsi nell’horror con Antlers – Spirito insaziabile.

Prodotta da Guillermo del Toro e basata sul racconto The quiet boy di Nick Antosca, infatti, la quasi ora e quaranta di visione s’immerge in un’isolata cittadina dell’Oregon dove qualcosa di non poco terrorizzante sta per accadere.

Perché, interpretata dalla Keri Russell di Star wars: L’ascesa di Skywalker, un’insegnante di scuola media finisce trascinata negli oscuri segreti di un suo misterioso studente dai connotati del televisivo Jeremy T. Thomas.

Al fianco della donna, il fratello sceriffo dal volto del Jesse Plemons di Jungle cruise, destinato insieme a lei a doversi confrontare con un’antica leggenda su cui, come da tradizione nel genere, li illumina un pellerossa in questo caso incarnato da Graham Greene.

Leggenda che, legata ad una creatura ancestrale, sembra in un certo senso possedere vaghi richiami provenienti dall’Antropophagus diretto nel lontano 1980 dal nostro Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi.

Sebbene, man mano che emergono anche abusi subiti in passato dalla protagonista, da un lato si potrebbe ripensare a La casa nera di Wes Craven, dall’altro al mai distribuito in Italia The cellar di Kevin S. Tenney, incentrato su un demone indiano fronteggiato da un ragazzino nella cantina della propria abitazione.

Ma, similitudini cinematografiche a parte, nello stilare un giudizio complessivo su Antlers – Spirito insaziabile possiamo tranquillamente affermare che, pur non presentandosi in maniera altamente originale, si rivela un compitino in fotogrammi portato a compimento con professionalità e che potrebbe a suo modo lanciare anche un nuovo mostruoso essere nell’universo della paura da schermo.

Un mostruoso essere sufficientemente inquietante e che, ovviamente, viene mostrato in particolar modo nello spettacolare scontro conclusivo di un’operazione atta ad evolversi lentamente… tra impressionanti ritrovamenti di cadaveri martoriati e cupa e grigia atmosfera garantita dalla fotografia di Florian Hoffmeinster.

 

 

Francesco Lomuscio