Dietro la Notte di Daniele Falleri

Dietro la Notte è un film italiano scritto e diretto dal regista e sceneggiatore Daniele Falleri nel 2021, con protagonista Stefania Rocca. Si tratta di una sorta di Panic Room all’italiana, che vede una madre ed una figlia chiuse all’interno di una cabina armadio alla Sex and the City lottare per la sopravvivenza quando nella loro casa qualcuno le sta rapinando. Thriller che sfocia nel drama, tragedie familiari che vengono a galla nei delicati momenti in cui una madre in carriera e la figlia adolescente si troveranno, dopo tanto tempo, insieme, costrette all’interno di uno spazio molto piccolo ed angusto, a raccontarsi ogni sorta di segreto che potrebbe rinsaldare o distruggere del tutto il loro già precario legame, corrososi dopo la separazione dei genitori della ragazza. Quel che si nota subito è l’amore di Falleri per i dettagli, le geometrie euclidee ed i colori forti, sgargianti, a tratti quasi fluo, che lui stesso definisce “eccessi cromatici ai limiti dell’iperrealismo”. Lo sceneggiatore toscano, qui alla prima regia di un lungometraggio, riesce a trasportare una vicenda torbida ai limiti dell’immaginabile in una realtà a tratti quasi grottesca, con personaggi che sfiorano la comicità e colori che sarebbero più adatti ad una discoteca che ad una stanza da prigionia forzata. E’ innegabile come Falleri attinga all’immaginario del regista turco Ferzan Ozpetek, tratteggiando in maniera sardonica ma delicata e quasi affranta la situazione delle famiglie in cui i segreti la fanno da padroni, ma anche quella dei personaggi al margine, prostitute e travestiti, che nascondono dietro i loro modi ridicoli, le piume ed i lustrini, il dolore di una vita da reietti. La ricerca di un riscatto finale è ancora una volta propria del regista turco, modello di riferimento per Falleri dall’inizio alla fine di questa sua opera prima.

Marta è un’affascinante donna in carriera che viene licenziata in malo modo dal suo nuovo datore di lavoro, il giovane rampollo di un impero di diamanti che, subentrato al nonno che aveva affidato alla donna la carica di capo della sicurezza, decide sia meglio per lei svolgere mansioni da segretaria. Al rifiuto di Marta il bellimbusto la licenzia su due piedi, senza però prima intimarla di portare a termine il suo ultimo compito, ovvero il trasporto di una valigetta carica di diamanti a Dubai. Giunta a casa con la valigetta, la donna riceve la visita del compagno, l’illusionista Bruno, che non è visto di buon occhio né dalla figlia di Marta, Elena, né dalla di lei sorella, Giulia. Durante la notte, con Elena e Giulia fuori di casa, la coppia viene assalita da qualcuno che narcotizza Bruno e dopo aver chiuso Marta nella cabina armadio si appresta a rubare la valigetta. Tutto sembrerebbe andare liscio come l’olio, fino a quando Elena, dopo aver litigato col fidanzato Luca, torna a casa nel cuore della notte e sorprende il rapinatore sul fatto, il quale, dopo un lungo inseguimento, la lega e la rinchiude insieme alla madre. Da questo momento in poi le rivelazioni ed i cambi di rotta saranno sempre più continui, fino a disorientare lo spettatore ogni qual volta abbia la certezza di aver svelato l’arcano.

Stefania Rocca, dopo un attimo di smarrimento iniziale che ce la mostra decisamente devastata dalla chirurgia plastica, sa comunque reggere sulle spalle la sorte del film, calandosi molto bene nei panni di un personaggio che nasconde molti traumi e ferite sotto gli eleganti tailleur ed i tacchi altissimi da donna in carriera. Al suo fianco, nel ruolo di Bruno, personaggio alquanto sopra le righe dietro gli occhi perennemente bistrati da showman, troviamo l’attore napoletano Fortunato Cerlino, che se inizialmente fa un po’ storcere la bocca, in quanto sembrerebbe totalmente fuori parte, in realtà con lo svelarsi delle vicende si rivelerà quanto più adatto al suo ruolo. Nella parte apparentemente ambigua di Giulia troviamo l’attrice ed ex modella siciliana Roberta Giarrusso, nota più per le sue apparizioni televisive che per le sue interpretazioni cinematografiche, che tuttavia si è perfettamente calata nei panni della scomoda sorella di Marta, ex galeotta e piena di enormi tatuaggi. Notevole anche la performance della giovane Elisa Visari nei panni di Elena, figlia di Marta, che ancora le rinfaccia la separazione dal padre, dandole la colpa di tutto, fino a che scoprirà che le cose sono andate molto diversamente da come lei immagina. In un cammeo appare l’affascinante attore romano Urbano Barberini, volto iconico del cinema di genere italiano degli anni Ottanta: lo ricordiamo in Dèmoni di Lamberto Bava, Opera di Dario Argento, Il Gatto Nero di Luigi Cozzi. Qui interpreta la parte del vice questore che si occupa di capire chi sia o siano i malviventi cha hanno derubato Marta.

Falleri, scrittore di testi teatrali ed autore televisivo, ci aveva già abituato ai colpi di scena, e chi lo conosce lo sa. Ma qui non si accontenta e ci rinchiude in una specie di scatola cinese, dove ogni volta che ci sembra di aver capito come sono andate le cose tutto cambia e ci si ritrova su una via non battuta, spiazzante. Sulla locandina, infatti, si trova già un indizio al riguardo, essendovi scritta come tagline la frase “Niente è come sembra”. Ed in effetti proprio niente e nessuno è come sembra in questa pellicola, ogni protagonista nasconde un torbido segreto del proprio intimo di cui non va fiero ma che concorre a formare la sua personalità distorta, necessaria per la messa in scena. Non si può che apprezzare questa esuberanza drammaturgica di Falleri, che porta quest’opera di genere lontano dall’asfissia di tanti prodotti monocordi italiani (e non). Doppie facce, doppie nature, doppi fini, verità e menzogne stratificate in molti ripiani, uno sull’altro, sui quali si basa tutta la sceneggiatura dell’opera.

Dietro all’apparente aspetto da thriller, con un pizzico di noir,  il film tocca svariati temi sociali, come ad esempio il ruolo subordinato che spesso le donne hanno nelle aziende il cui leader è un uomo sessista e macho, relegate a incarichi di vera e propria sudditanza come fare il caffè o affini. Falleri, proponendoci una serie di protagoniste molto versatili e determinate, sembra proprio voler sfatare questo falso ed ormai sorpassato mito della donna/sesso debole che deve servire e riverire l’uomo/sesso forte, con netta ed ingiusta divisone dei compiti. Viene poi sfiorato, anche se molto di sfuggita, il toccante problema della vendita illegale di cuccioli di razza, stipati in gabbie e maltrattati, non visti come creature da amare e coccolare ma solo come fonte di un bel po’ di denaro. Infine si tocca la tematica dei problemi che ci sono dietro le famiglie separate, coi figli lasciati spesso crescere tra tutori e collegi, finchè i genitori non si accorgono che i bambini sono cresciuti, e non sono riusciti a star loro accanto quando ce ne sarebbe stato bisogno, creando una spirale di bugie e di incomprensioni difficilmente recuperabile. Ed infine si dà un’occhiata malinconica a chi si vende sui marciapiedi, persone spesso vittime di pregiudizi ed insulti, che però, come tutti, hanno una vita ed una sensibilità, e spesso si ritrovano a battere non per vocazione ma per bisogno, per mandare avanti la baracca in qualche modo. Falleri ci tiene sul filo del rasoio, ma sa anche farci divertire, e, soprattutto riflettere, e quel finale, che riprende la scena d’apertura, su un mare freddo e livido in una grigia giornata di mezza stagione, se da una parte sembra consolatorio, dall’altra lascia aperti svariati dubbi su quello che la vita riserverà alle nostre eroine.

Girato in massima parte a Roma, il film è stato prodotto dalla Fenix Entertainment e distribuito all’estero col titolo di It was a Dark Night ed in Francia con quello di Diamante. Nonostante non brilli quindi di originalità, mantiene tuttavia un buon ritmo, sono simpatiche le molte trovate per depistare lo spettatore, la Rocca ci regala una buona interpretazione dimostrando anche di essere ancora una donna di gran fascino, e anche gli altri attori non sono male. Dialoghi un po’ tirati via, forse si sarebbe potuto fare di meglio, ma in fondo non è mai disturbante, e si lascia guardare volentieri fino alla fine, soprattutto tenendo conto che le coordinate spazio-temporali sono una casa e l’arco di una notte, fatto che avrebbe potuto rappresentare un rischio qualora si fosse scivolati nella lentezza e nella noia.

 

https://www.imdb.com/title/tt13833722/

 

Ilaria Monfardini