Folkabbestia: parlando di “Fricchettoni” moderni

Parliamo di bellezza con i FOLKABBESTIA, forse una delle più belle e preziose realtà del kombat folk di radice irlandese della Puglia… di sicuro una delle principali in Italia oltre ai grandi pilastri che sono i Modena City Ramblers o Bandabardò… realtà queste che oggi ritroviamo assieme ai nostri a restituire nuova voce e nuova bellezza al quel grande successo del ’98 che è stato “U Frikettone”. Parliamo di bellezza che significa, tra le righe di quel che sento dentro questo nuovo disco, semplicità quotidiana e popolo di ogni giorno, facendo incetta colorata delle tante derive di stile che naturalmente confluiscono ormai da ogni dove. E non è un caso che si passa dal pop rionale alle trame balcaniche con la stessa coerenza con cui per strada si incontrano etnie di ogni mondo. Si intitola “Il Fricchettone 2.0” il nuovo disco dei Folkabbestia dove troviamo anche 6 nuove scritture oltre al re-style di “U Fricchettone”, scritture che restano kombattive e socialmente schierate, sempre colorate dal quel certo modo leggero e ricco di aria popolare e, perché no, ironico in una certa maniera. Parliamo di bellezza… per quanto la vita stessa degli uomini è di suo una grande bellezza. E la canzone dei Folkabbestia l’ha sempre saputa celebrare…

Noi parliamo di bellezza ragazzi. Quella sfacciata ma anche quella da inseguire dietro un concetto. Per voi cosa significa bellezza? Cos’è?
Questa è una domanda da “Breve saggio filosofico sul senso della vita”, citando il titolo di un nostro brano… Bellezza nell’ambito della musica e della canzone, che è quello che facciamo, credo sia rispettare alcune proporzioni, avere una intuizione con la fantasia e svilupparla con la ragione, cercare di ispirarsi ai grandi del passato con lo sguardo aperto al presente, non seguire rigidamente le mode del momento, attingere dalla grande tradizione della musica dei popoli del mondo. E per concludere citerei per intero il verso di una nostra canzone, in quanto nel nostro concetto di bellezza l’ironia ha un ruolo importante: …Sicuramente anche Cartesio un giorno si sarà ubriacato, e a Rosa Luxemburg piaceva far l’amore per amore. Persino Freud andava matto per i seni prosperosi anche Petrarca il celestiale ha fatto aria dal sedere…

La bellezza come riscontro estetico di qualcosa… che peso ha nella realizzazione di un brano?
Le nostre canzoni nascono dagli incontri che facciamo lungo le vie del folk, dagli stati d’animo che proviamo e cerchiamo di trasmettere, dalla nostra visione del mondo che vorremmo più giusto e libero, dalla nostra cultura e dall’incontro con le altre tradizioni, dalla musica che ascoltiamo oggi e che abbiamo ascoltato nel passato, se poi una canzone trasmette un’emozione vuol dire che è “bella” se non lo fa… peccato sarà per la prossima…

Che poi, guardando anche il vostro nuovo video di “Il fricchettone 2.0” si insegue anche un concetto di bellezza visiva. Un video di animazione… anche questo è parte integrante dell’opera secondo voi?
Abbiamo curato con molta attenzione la realizzazione del video di lancio del disco. Il video è stato scritto da Lorenzo Mannarini per la regia di Andrea Larosa/Lucerna Films. Executive Producer: Beppe Platania. Le animazioni del video e l’immagine di copertina sono del bravissimo disegnatore Etienne Visora.
L’idea di base è che il fricchettone 2.0 viene proiettato nel futuro. Nel video e nella copertina il fricchettone 2.0 diventa un cosmonauta con dred incollati sul casco che a bordo della sua nave spaziale sgangherata, modello pulmino Wolkswagen anni ‘ 60, con bandiera della pace e adesivi di Bob Marley e Che Guevara incollati sulla tuta, compie mille avventure nello spazio, su altri pianeti, il pianeta Woodstock 69 o il pianeta Stratocaster 56… Alla fine il cosmofreak con i capelli bianchi torna sul pianeta terra, dai suoi anziani genitori, che lo accolgono a braccia aperte, un po’ commossi e gli offrono un’antica e buona tazza di te…

In generale dunque, nella vita di oggi, il contenuto in se, il vero cuore di qualcosa, basta a se stesso o ha bisogno di bellezza per esistere?
Viviamo nel mondo digitale di internet e siamo sommersi dai social e dalla musica trap. Purtroppo la società sta subendo una lenta decadenza culturale, basta vedere cosa c’era in classifica tra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta e oggi… I Beatles nei loro album pop di successo inserivano Stockhausen e la musica colta contemporanea, oggi non è più così, c’è una divisione netta tra musica di consumo, usa e getta e musica cosiddetta d’arte, questo divario dovrebbe essere colmato ma purtroppo siamo in discesa e la risalita è difficile…

Veniamo al folk. Un concetto, un modo di vivere più che un genere di musica. Oggi che vita sta avendo? Buona salute o sta soffrendo? Certo sono passati gli anni ’90 delle Osterie…
Il folk rock che negli anni novanta ha avuto il suo momento d’oro in Italia, ora sta attraversando un momento difficile, i ragazzi ascoltano sempre meno questo genere musicale. Certamente la musica di ispirazione folk e popolare deve rinnovarsi, mischiandosi ed interagendo con altri generi, altri strumenti, innovazioni tecnologiche e di stile, ma del resto lo ha sempre fatto… fa parte del suo DNA e citando il verso di una nostra canzone, “… sono dolcissime e infinite le vie del folk, sono santissime e maledette le vie del folk…”. Long live folk and roll!!

A chiudere… al folk irlandese e un po’ a tutta quella fascia di musica restituiamo un concetto di impegno politico. Questo nuovo disco invece deraglia su temi più leggeri. Che ci dite in merito?
Non credo che sia così. Le cose importanti le abbiamo sempre dette e cantate con ironia e leggerezza, non abbiamo mai avuto un piglio particolarmente combattivo ma sempre un po’ scherzoso e scanzonato. In questo album ci sono molte canzoni con tematiche sociali e politiche. Nella canzone “Un giorno di festa” gli ideali sono quelli della Rivolta di Pasqua del 1916 quando il popolo irlandese si ribellò all’oppressione dell’invasore inglese. La libertà non è un regalo bisogna guadagnarsela. Con “Lo facciamo per voi” prendiamo le difese degli ulivi, che sono patrimonio fondamentale del paesaggio, della storia e della cultura pugliese. La campagna salentina viene paragonata alla foresta amazzonica e gli agricoltori sono dei novelli Chico Mendes che lottano e si oppongono al disboscamento e all’abbattimento del loro bene più caro. Nella canzone “S’agapò” l’amore per una donna è l’unica speranza, la sola scialuppa di salvataggio contro la disoccupazione e la crisi economica. E citando la canzone contenuta nell’album “Il sole in inverno” …La rivoluzione cammina molto piano e viaggia con il passo misterioso del destino, gli uomini cambiano, ma i pensieri non si fermano e continuano e arrivano lontano…