GiusiPre: canzone di una bellezza “indigesta”

Indigesta vuol essere la bellezza che regna sovrana, ispida e appuntita, velenosa ma anche tremendamente romantica. Regna tra le righe di un pop vestito di quel punk elettrico, digitale, di tardi anni ’80 di quando la controcultura italiana prendeva spunto dalle trasgressioni electro-pop del nuovo “punk popolare inglese”. E siamo a due passi da grandi nostalgie incontrando la canzone di GiusiPre in questo disco “Canzoni indigeste”: sfumature sociali importanti senza mai farci mancare quella bellezza che solo una sensibilità femminile sa trasmettere. Punk in rosa, pop in rosa, mascolinità dietro le tinte melodiche di voce, arroganza ma anche tantissima dolcezza “folk”. E le virgolette, ad ascoltare bene certi passaggi, potremmo anche toglierle…

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza. Per te cos’è la bellezza?
E io partirei dal definire cosa non è bellezza per me: disagio, degrado, abbandono, miseria nel senso di pochezza e superficialità. Per me il bello cattura e rapisce proprio perché in netto contrasto con quanto appena detto: non si tratta della ricerca dell’armonia o di approdo consolatorio e razionale alla realtà, ma di una vera e propria esperienza che sospende la bruttezza, dà sollievo e aiuta ad andare avanti. Schopenhauer docet.

E quanto questa influisce e pesa sul risultato finale?
Sul risultato ottenuto con questo EP? In generale influisce tantissimo, su questo mio lavoro specifico direi abbastanza, ma ancora non ci siamo: sento di non aver fatto tutto, e quindi ho voglia di spingermi oltre, di proporre altri brani e provare in maniera molto umile ad avvicinarmi al mio ideale di bellezza.

Perché oggi si parla di “Canzoni indigeste”? Cosa vuoi sottolineare?
Le canzoni sono indigeste principalmente per me, perché nascono da riflessioni ed emozioni che io per prima ho vissuto. I temi trattati di sicuro non sono leggerissimi, fatto sta che a mio avviso prima o poi è necessario un confronto con essi, anche solo per comprendere, apprendere e passare oltre. Ho scoperto che nella forma canzone oltretutto i temi assumono un’altra dimensione, più incline all’ironia, all’espressività pura e alla sincerità.

E ci sono tanti richiami a questo momento di distanze e isolamenti… indigeste anche per questo?
In realtà una situazione del genere ero ben lontano dal poterla immaginare, come penso un po’ tutte e tutti. Ciò nonostante, alcune dinamiche sono perfettamente in linea con il nostro vivere attuale, e molte tematiche sono di un’urgenza che merita tutta la nostra attenzione. Credo che questo sia un momento decisivo non solo per reagire a quanto sta accadendo, ma anche per predisporre dei cambiamenti in positivo che saranno utili nel futuro più prossimo.

La bellezza secondo GiusiPre, passa per la vita a contatto con l’uomo o per una libertà smart di abitudini digitali? Insomma, che idea hai del futuro?
Con una formazione in scienze umane non posso che sposare l’idea della vita improntata ad una dimensione reale, sociale, partecipata e attiva. Di certo dobbiamo confrontarci costantemente con l’evoluzione digitale e cercare in tutti i modi di utilizzare i mezzi a nostro favore, evitando di diventarne schiavi. Non è un percorso semplice ed è una vera e propria sfida continua. La ricerca di un equilibrio a mio avviso però è difficile ma non impossibile.