La Baia del Silenzio di Paula van der Oest

La Baia del Silenzio è una deliziosa baia protetta nella zona di Sestri Levante, con una spiaggia sabbiosa a mezzaluna, il cui nome fu coniato nel 1919 dal poeta ligure Giovanni Descalzo, colpito dalla quiete e dalla tranquillità che rendevano magico questo posto che pare ancora oggi sospeso nel tempo. Proprio in questo angolo idilliaco di Liguria si apre il thriller hitchcockiano del 2020 La Baia del Silenzio (The Bay of Silence), della regista olandese Paula van der Oest, nominata all’Oscar nel 2003 con la sua pellicola  Zus & Zo. Il film è un viaggio adrenalinico che parte proprio dalla bella Liguria per spostarsi poi in Inghilterra e trovare la soluzione del mistero sulle frastagliate scogliere della Normandia, ed è tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Lisa Saint Aubin de Terán (1986). Per nulla scontato, riuscirà a mantenere alta l’attenzione dello spettatore fino al doloroso finale.

La bella e giovane vedova Rosalind, artista di successo e madre di due gemelle, si innamora di Will ed i due convolano a giuste nozze. Mentre la donna è di nuovo incinta cade dal balcone di casa, ma i medici riescono a salvare sia lei che il suo bimbo, che nasce prematuro, al quale viene dato il nome di Amadeo. Quando si riprende la donna inizia però a dare segni di squilibrio, continuando ad affermare insistentemente che nella sua pancia c’erano due gemelli, che uno deve essere nato morto, ed accusando il marito di essere d’accordo con i medici per nasconderle la cosa. Pian piano le sue condizioni psichiche andranno a peggiorare, finché un giorno Will, tornando a casa, non trova più né lei, né le gemelline, né il piccolo Amadeo. Preso dal panico cercherà quindi l’aiuto dell’ex compagno della mamma di Rosalind, Milton, che è ancora molto legato alla giovane. Sarà rovistando in casa alla ricerca di indizi per capire dove siano finiti sua moglie e suo figlio che Will si imbatterà in una fotografia che ritrae una Rosalind adolescente davanti alla sua casa in Normandia in mezzo a due uomini: si inizieranno così a schiudere le porte che riveleranno una torbida ed allucinante verità sul passato della donna che ama.

La bella modella ed attrice ucraina Olga Kurylenko, ex Bond Girl di Quantum of Solace (Marc Forster, 2008), con una lunga carriera alle spalle diretta anche da nomi importanti quali Neil Marshall, Russell Crowe, Giuseppe Tornatore e Terry Gilliam, aveva già dimostrato di essere adatta al mistery con pellicole quali The Room – La Stanza del Desiderio di Christian Volckman (2016) e Il Prezzo dell’Arte di Régis Roinsard (2019), ed anche qui si rivela perfetta nell’interpretare una donna con gravi disturbi psichici e repentini cambi di umore e talvolta anche di personalità. Rosalind è una giovane donna seriamente segnata dalla vita, che però nasconde i suoi tormenti nel suo animo e cerca di andare avanti per il bene delle figlie, le gemelline Florence e Harriet. E, sulla sua strada, come mandato dal cielo, incontra Will, che la ama appassionatamente, la sposa e decide di mettere al mondo con lei un altro figlio, ignaro del passato della neo moglie. Ad interpretarlo troviamo l’affascinante attore danese Claes Bang, con un importante background teatrale alle spalle, che si farà conoscere al grande pubblico nel 2022 grazie al film di Robert Eggers The Northman, nel quale interpreta Fjölnir, il principale “cattivo” della storia, uno spietato vichingo che è pronto a tutto pur di arrivare a governare, persino ad uccidere suo fratello, il re Aurvandill, rubandogli la sposa e generando la rabbia del figlio da cui prende avvio la pellicola. Qui Bang non ha assolutamente nulla a che vedere con Fjölnir, ma è anzi un marito amorevole e devoto che farà di tutto per riportare a sé la donna che ama, per questo trovo che il doppiatore dalla voce baritonale che gli è stato imposto non si adatti più di tanto a questa figura paterna e rassicurante. Tra di loro tutta una serie di personaggi contraddittori e potenzialmente colpevoli di ciò che sta accadendo, a partire da Milton, anziano un tempo legato alla mamma di Rosalind, che mantiene ancora un rapporto fin troppo stretto con la ragazza: ad interpretarlo il super attore britannico Brian Cox, primo volto cinematografico del folle Hannibal Lecter in Manhunter – Frammenti di un omicidio di Michael Mann (1986), che ritroveremo in pellicole di culto quali Rob Roy di Michael Caton-Jones (1995), Braveheart – Cuore Impavido di Mel Gibson (1995) ed anche in horror e thriller importanti come The Ring di Gore Verbinski (2002), Red Eye di Wes Craven (2005), Zodiac di David Fincher (2007) ed Autopsy di André Øvredal (2016). Milton è un personaggio dalla doppia faccia, ma che quasi da subito si capisce essere la chiave di volta per tutta la faccenda. Anche la madre di Rosalind, Vivian, è ambigua, sa ma non parla, copre un segreto che, se portato a galla, avrebbe potuto evitare tutta la tragedia. Ad interpretarla troviamo la splendida Regina Borg di Star Trek, l’attrice sudafricana Alice Krige, che noi horrorofili ricordiamo anche nei panni della perfida Christabella in Silent Hill di Christophe Gans (2006) ed in quelli della strega cattiva in Gretel e Hansel di Oz Perkins (2020). Stupenda, algida, austera, sembra, infine, tenere più all’apparenza che nutrire vero amore nei confronti della figlia e dei nipotini. Comunque la van der Oest nella costruzione del suo clima di sospetto a metà tra Agatha Christie ed Alfred Hitchcock tende a rendere ambigui e potenzialmente colpevoli un po’ tutti gli attori di questa assurda tragedia familiare: Becca, la giovane ballerina di table dance, Lena, l’anziana donna di servizio, Candy, la dolce baby sitter ed il tenebroso Pierre Laurent, vecchio amico di Rosalind, che sembra risbucare fuori dal nulla dopo moltissimi anni. Tutti sono sotto l’occhio del ciclone, tutti sembrano avere qualcosa che non va. Persino le gemelline, come da buona tradizione del cinema horror, appaiono ambigue ed a tratti anche un po’  spaventose!

Certamente la struttura romanzesca, abbastanza complessa e stratificata, gioca un discreto ruolo nella riuscita della pellicola, che si avvale di una costruzione decisamente coinvolgente ed avvincente. Questa è una di quelle classiche pellicole che, sebbene non brilli di chissà quali virtuosismi tecnici, ha però il merito di tenerti avvinto al televisore fino all’ultimo frame, sperando che possa esserci ancora l’ennesimo colpo di scena. Peccato che il finale sia stato tirato un po’ via in maniera sbrigativa, facendo abbassare il punteggio per un thriller che mi stava veramente conquistando. La rivelazione non è scontata, per carità, credo non si possa dire che il finale sia prevedibile, tuttavia quando ci si arriva lo si congeda in quattro e quattr’otto senza scavare più in profondità, in una vicenda così torbida che avrebbe sicuramente avuto altro da poter offrire. Questo è uno di quei casi in cui la durata di un’ora e mezza poco più risulta insufficiente, quando con un quarto d’ora in più lo si sarebbe potuto chiudere senza quel senso di incompletezza che invece rimane amaramente in bocca alla fine della visione. C’è una sorta di happy ending stratificata però su una crudele vendetta che scontenta un po’ tutti, quelli che amano i film a lieto fine, e quelli invece che sono più appassionati dalla legge del taglione. C’è un po’ di tutto, la regista sembra non aver voluto far torto a nessuno, e questo fa sì che invece, alla fine, abbia scontentato un po’ tutti. La van der Oest ha perso quindi l’occasione per rendere il suo thriller nero come la pece, visto che i presupposti ci sarebbero stati tutti: avrebbe potuto sguazzare ancora di più nel torbido, nel marciume, scendere nell’abisso ancora più oscuro, ma rimane in superficie, ce lo propone ma non lo scandaglia.

Peccato. Non definirei, quindi, La Baia del Silenzio, un’occasione completamente mancata, ma mancata a metà certamente sì. Si poteva, e si doveva, con le belle location, l’ottimo cast e il notevole romanzo di partenza, fare di più, osare di più. Un film che consiglio comunque di vedere, preparandosi, però, ad un po’ di amaro in bocca. Disponibile su Sky Cinema Uno e su Now.

 

https://www.imdb.com/title/tt5617312/

 

 

Ilaria Monfardini