Storia e fantasia ne La città capovolta – Cronache di Mensuria 1789-1830, in scena allo Spazio Diamante

È in scena fino al 30 Novembre 2023 presso lo Spazio Diamante di Roma La città capovolta – Cronache di Mensuria 1789-1830, diretto da Marco Simon Puccioni adattando un romanzo di Adele Costanzo nella versione teatrale di Cecilia Bernabei.

Prodotto da Giampietro Preziosa, uno spettacolo in costume che, atto a miscelare fatti storici e fantasia, vede immediatamente in scena Massimiliano Vado nei panni del Ministro delle Immobilità che torna, appunto, a Mansuria, città di confine che si specchia nelle anse della Mosella.

Un Massimiliano Vado gigioneggiante nel cimentarsi in una performance che, manifestante un evidente retrogusto ironico, lo vede trovare nel 1815 il mondo capovolto, quando torna dopo essere partito ventisei anni prima rimanendo per un tempo lunghissimo imbrigliato in vicende poco chiare.

Un mondo in cui scopre subito che la contessa alias Rosaria Russo, con la quale aveva avuto una relazione, ha consumato un’infelice storia d’amore insieme al bel soldato francese interpretato da Daniele La Leggia, morto in battaglia in difesa di Napoleone.

Ed è un Ruben Rigillo perfettamente in parte come di consueto a concedere con classe anima e corpo all’amico filosofo che lo accoglie per raccontargli attraverso una narrazione poetica e ricercata, dunque, cosa è accaduto in sua assenza, tra Rivoluzione Francese, fine di Luigi XVI e morte del Vecchio Granduca, il quale regnava al momento della sua partenza.

Mentre l’abbondanza di cambio di costumi di Grazia Materia si avvicenda con immagini in video proiettate sullo sfondo che, in mezzo a silhouette e perfino un’alluvione, tirano in ballo gli allievi della Casa dell’attore, Livia Bonifazi e Pino Calabrese; questi ultimi rispettivamente nei ruoli della madre e del generale prussiano.

Un movimentato e armonico connubio di comparto attoriale fisico e finzione che, tra faccendieri e affaristi che hanno colto le opportunità di guerre e catastrofi per arricchirsi, racconta una Mensuria trasformatasi prima in repubblica retta dal sarto, ovvero Gabriele Fiore, figlio illegittimo del Granduca, poi passare sotto l’impero napoleonico e, infine, trovarsi annessa al regno di Prussia.

Uno scenario in cui scienza e tecnica stanno prendendo il sopravvento e dove, con pipa alla mano, un bravo Federico Rosati completa il cast incarnando un bibliotecario dai forti echi comunisti, preso anche a cimentarsi in un memorabile monologo per osservare, tra l’altro, che le brutalità del progresso si chiamano Rivoluzione Francese e che questa rappresenta il più importante e potente passo in avanti dopo l’avvento di Cristo.

Il tutto, con scene di Emita Frigato, luci di Antonio Grambone e, all’aiuto regia, Federico Le Pera.

 

Francesco Lomuscio