ESPOSITO: pensare alla vita come biciclette rubate

Parliamo del nuovo disco di Esposito dal titolo “Biciclette rubate” e da qui l’appiglio per il titolo di questa intervista. Come biciclette rubate che poi ritroviamo in qualche dove della città, dove magari non ci aspettavamo. Ritrovarsi come a prendere consapevolezza di un nuovo sé, come a svelarsi i segreti di una vita che stiamo portando avanti e d’improvviso ci si chiede “ma cosa ci faccio qui”… sembra quasi ritrovare il concetto che è alla base del romanzo di Gianluca Del Chicca che trattammo qualche tempo fa – Link all’intervista. E il potere narrativo di Esposito si ritrova in questo secondo disco più maturo che mai e più frizzante, ben capace di gestire suoni e melodie con quel gusto pop di fare musica educato, pulito e trasparente. Cambio di squadra: una pubblicazione che ora è affidata alla nuova label del gruppo iCompany denominata luovo e la produzione artistica guidata da Riccardo “Deepa” Di Paola. Esposito punta a definire la sua riconoscibilità, la sua personalità… e a quanto pare la via intrapresa gli da ragione. Complice anche questa voce portante, rauca e ben sicura sulle intonazioni e sulla dizione, di carattere forte negli angoli e dolce nell’essenza. Davvero un bellissimo ascolto che troviamo anche in una bella edizione in vinile 33 giri.

Noi parliamo spesso di estetica, affrontando l’argomento da tutte le angolazioni possibili. Per te cosa significa estetica?
Per me l’estetica è la percezione che ognuno ha del bello, che fortunatamente non è per tutti uguale.

Indubbiamente il tuo pop d’autore è ricco di bello… c’è bellezza nelle melodie, nella ricerca testuale, negli arrangiamenti… come lo ricerchi il bello e quanto puoi dirti soddisfatto di averlo raggiunto?
Non sono sicuro di aver ancora raggiunto il bello per come lo percepisco io, diciamo che ci sto lavorando, sarà un lungo viaggio.

Secondo te, secondo l’anima di un cantautore, il bello veicola o aiuta a veicolare il messaggio?
Credo proprio di sì, ogni essere umano è attratto/condizionato dal bello, però non so se il messaggio di chi scrive arriva in maniera così diretta a chi ascolta, secondo me è interessante che ognuno dia una propria interpretazione a un tuo pensiero. E se il messaggio stesso fosse il bello?

Dunque, domanda da cento milioni di dollari: se c’è il bello il messaggio può anche essere debole? E se non c’è bellezza, il messaggio che fine fa?
Se c’è il bello il messaggio può essere debole ma non può ambire all’eternità e se non c’è bellezza è più difficile che il messaggio arrivi a destinazione, ma non è da escludere che il messaggio rappresenti il bello.

“Biciclette rubate” si tiene molto in linea con la tua prova d’esordio e questo conferma la tua scrittura e la tua personalità. Dal tuo punto di vista come la vedi?
È un percorso, mi piacere pensare che il mio modo di scrivere e di produrre stia crescendo con me

Il bisogno di suonare dal vivo, oggi che la crisi investe ogni cosa… come ci convivi?
Io non vedo tutta questa crisi nel Live. Negli ultimi anni sono nati tantissimi Festival, vedo un fermento buono e positivo nella musica di oggi, forse il problema è che ogni settimana escono tanti nuovi progetti e la concorrenza cresce e diventa difficile trovare uno spazio per tutti.