Fred Branca: il romanticismo di essere punk

Esordio personale quello del batterista e produttore Fred Branca, disco dal titolo emblematico come “Romantico Punk” che ci arriva molto come suono di liberazione, di emancipazione, come lavoro che dal lato leggero e “punk” della vita arriva poi alle direttive più intime e personali… dentro c’è quel piglio ironico con cui denunciare la vita e i suoi protagonisti. E noi siamo sempre affascinanti dal lato estetico dell’intelligenza con cui un cantautore sceglie di arricchire la propria lirica…

Noi parliamo sempre di bellezza evitando quella da copertina da sfoggiare in modo superficiale. Ecco dunque: per Fred Branca cos’è la bellezza?
Credo che le cose più belle al mondo siano la curiosità e l’eleganza ahahah! Bellezza è amore per la conoscenza e intelligenza emotiva. Mi piacciono gli scogli sul mare che ti danno un senso di infinito e l’odore dei libri, sembra stupido, ma il punto è riconoscere la bellezza e accettarla come rivelazione piuttosto che come definizione.

E quanto e come interviene nella decisione finale di un disco?
Io vado molto a flusso quando scrivo, diciamo che l’opera d’arte dovrebbe essere la nostra vita prima di tutto. Se ci sono intensità e bellezza nella nostra vita ci saranno anche nei dischi che facciamo. Musicalmente comunque io sono un perfezionista nella cura dei suoni, con questo disco ho cercato di lasciare qualcosa al caso a costo che fosse anche imperfetto, d’altra parte la bellezza non ha nulla a che fare con la perfezione ahahah.

L’estetica e i contenuti: per un cantautore sono un punto di conflitto come anche un punto di equilibrio. Come gestisci questi due poli troppo spesso lontani?
Non lo gestisco ahahah non posso controllare tutto, sono bilancia ahahaha. A volte parto del testo a volte dalla musica, non mi pongo limiti. Credo che il collante in generale sia metterci personalità e conservare un po’ di eclettismo, un po’ di libertà pop per spaziare coi generi. Dare al testo la sua colonna sonora.

E questi occhiali giganteschi in copertina? Ecco: che faccia ha Fred Branca? Metaforicamente parlando…
Li abbiamo trovati nella macchina del tastierista ed erano molto steam punk ahahah! Io sono batterista cantante, un anti cantautore e la faccia che spero di avere è quella di uno che è ritornato bambino, di uno che con la musica vuol mandare un messaggio di intelligenza, pace e anticonformismo e allo stesso tempo far divertire le persone con leggerezza, oltre ovviamente ad aver una gran faccia di tolla ahahahaha!

A chiudere… ma se ti dicessi che questo in qualche modo par essere un disco sociale?
Guarda lo è di sicuro. Queste canzoni sono nate da esperienze di vita, persone, città diverse in cui sono stato e il mondo fuori continuava a girare mentre io lo guardavo sotto la lente delle mie esperienze, dagli scontri di Parigi al virus in Sud America. Si parla di relazioni, amori, serate, luoghi metropolitani, disagio del vivere quotidiano e anche se le canzoni hanno un’impronta personale e intima, quelle vicende hanno sempre sullo sfondo eventi storici in cui eravamo immersi.